L’edera è una specie rampicante dal carattere controverso.
C’è chi l’ama e chi la odia. Il suo ruolo e suoi benefici sono dunque contestabili? Il suo valore estetico è assoluto?
C’è chi l’apprezza per la sua bellezza e chi la odia per la sua invasività.
Per comprenderne meglio la sua utilità è dunque necessario distinguere l’ambiente che la ospita.
Che si sviluppi in un ambiente naturale, all’interno di un bosco o di una foresta, o in ambiente urbano, all’interno di un giardino privato o di un parco pubblico, il suo contributo a migliorare l’aria è indiscutibile poiché assorbe anidride carbonica e rilascia ossigeno.
Come indiscutibile è anche il fatto che offra riparo e habitat per diverse specie di uccelli e insetti, favorendo la biodiversità.
Infine, è indubbio anche il suo valore paesaggistico fornito dal suo verde intenso e le sue foglie sempreverdi.
Con queste premesse, dunque, l’edera va mantenuta o va rimossa?
Sicuramente una risposta univoca non esiste e il contesto in cui essa si sviluppa potrà aiutarci a decidere come intervenire.
Se siamo in un ambiente naturale, saranno da privilegiare e mantenere le sue funzioni ecologiche.
Se ci troviamo in un ambiente antropizzato saranno da favorire le sue funzioni estetiche con una particolare attenzione alla sicurezza e dunque alla stabilità dell’ospite, sia esso una pianta, un muro o qualunque struttura la stia sostenendo.