Un tempo, prima del boom economico industriale, i confini di boschi e pascoli erano oggetto di forti contese tra i popoli.
Le risorse agro-forestali di montagna intese come legname, prati da fieno e pascoli, per secoli sono stati fonte di sopravvivenza e benessere dei piccoli paesi di montagna.
Tra il 1400 e il 1500, nelle montagne Vicentine le popolazioni di origine germanica definite “cimbre” (da tzimbar= boscaiolo), hanno dato vita ad accesi conflitti, sia all’interno del territorio vicentino che con i comuni a confine dell’allora Impero Asburgico.
I boschi erano così importanti che i cimbri cambiarono la storia modificando i confini comunali a loro vantaggio. In particolare, fecero redigere i cosiddetti “diplomi scaligeri”, ossia dei documenti ufficiali ma scoperti poi falsi, che garantivano alle famiglie cimbre la proprietà e il diritto dell’uso perlopiù di terreni boschivi in quota. Si trattava molto spesso di zone di confine da sempre contese, sotto-utilizzate ma utili da dissodare e per espandere le attività dei vecchi masi.
A volte come nel caso del Passo di Campogrosso tra il comune di Recoaro (VI) e Vallarsa (TN), le liti per i confini sono sfociate anche in veri e propri casi internazionali. Nel 1748 si sfiorò addirittura uno scontro bellico tra Veneto e Austria. Dovettero intervenire le alte cariche dei due Stati, il Doge Piero Grimani e l’Imperatrice Maria Teresa d’Austria ad approvare una nuova mappa dei territori contesi.
In altri casi i documenti scaligeri costruiti ad hoc ebbero successo garantendo una successiva espansione dei perimetri comunali anche oltre alle creste dei monti, morfologicamente vocate ad identificare il naturale confine.
Si riporta il celebre caso di Rovegliana a Recoaro (VI) dove fu presentato un diploma datato ai primi del luglio 1327, dove si dichiarava che Bailardino da Nogarole (Nogarole Rocca, Verona), “benemerito fattore del magnifico e potente Signore Cangrande della Scala”, concedeva tali diritti ai comuni di Rovegliana e Fongara (contrade oggi comprese nel più ampio comune di Recoaro).
Ancor oggi parte di questi boschi sono terre di uso civico appartenenti al suddetto comune, dove le famiglie residenti, a turno triennale tramite l’applicazione di uno specifico regolamento forestale, possono beneficiare del diritto del legnatico.